Anche in tempi di crisi, gli italiani non rinunciano ai “ritocchini”. Così, sempre più spesso, si avvalgono della chirurgia estetica: 820.000 gli interventi stimati in Italia nel 2011, più di 13 ogni mille persone. Sono questi i dati dell’International society of Aesthetic plastic surgey, resi noti dall’Economist, il settimanale londinese che ha pubblicato la classifica mondiale dei Paesi che ricorrono alla chirurgia plastica e alla medicina estetica, che vede l’Italia salire sul podio al terzo posto, dopo la Corea del Sud, con 16 interventi ogni mille abitanti e, a sorpresa, la Grecia con 14 interventi. Ma se complessivamente il numero cresce, in realtà cambia il tipo di richiesta. Ritmi di vita frenetici, tecniche innovative e modelli di bellezza sempre meno vicini a bambole di gomma mandano in soffitta il vecchio bisturi, sostituito da i più gettonati ago e filo.
“Oggi quasi nessuno vuole più sottoporsi a un intervento vero e proprio – spiega a ilfattoquotidiano.it la dottoressa Tiziana Manenti, medico estetico di Roma – tutti abbiamo fretta. Nessuno vuole fermarsi per 10/15 giorni per i lividi post operatori. I nuovi interventi si eseguono in pausa pranzo, senza anestesia e permettono di tornare subito alla vita di relazione”. Secondo la dottoressa “l’ago è complice di un viso dall’aspetto più giovane e sano: grazie alla biostimolazione o biorivitalizzazione è possibile iniettare nel derma una o più sostanze come vitamine, aminoacidi, acido ialuronico frazionato e, in alcuni casi, anche placenta, per dare più compattezza e freschezza alla pelle”. Il prezzo va dai 60 ai 180 euro a seduta, a seconda delle zone da trattare. Alleati contro le rughe sono “i filler, con cui andiamo ad agire sulla causa, non sull’effetto, cioè sulla singola ruga, e li utilizziamo anche per dare volume alle labbra e per correggere il profilo del naso, sostituendo l’intervento chirurgico”. Ridotto a zero il decorso post intervento e diminuiti i costi, che vanno dai 150 ai 450 euro a seduta, si abbassa drasticamente anche l’età dei pazienti, per lo più donne, che approcciano alla medicina estetica. “Le mie clienti hanno in media 50 anni, anche se non mancano le ventenni che desiderano riequilibrare i volumi e prevenire l’insorgere delle rughe”.
E quando l’ago non basta per un viso più bello, meglio ricorrere al filo di sospensione. Si chiama “fechado”, cioè senza tagli, l’innovazione in materia lifting che arriva dal Brasile. “Grazie a piccole incisioni pre e post auricolari si entra nella regione della guancia, si aggancia con un filo lo Smas, cioè quell’area che tende a cedere col trascorrere degli anni, e lo si tira verso l’alto – spiega la dottoressa Concetta Borgh, specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva, che svolge la sua attività tra Bergamo e Milano – Questo tipo d’intervento, controindicato a chi presenta un quadro di salute generale non ottimale, non richiede anestesia ma una leggera sedazione e in 3 giorni si è già in grado di uscire e riprendere la vita sociale. Certo, può insorgere gonfiore o qualche lividino, che comunque camuffiamo col make up”. “A richiedermi il lifting fechado sono, al 70 per cento, donne”. L’età varia dai 40 ai 55 anni, anche se, in taluni casi, qualora non ci si trovi di fronte ad un eccesso importante di cute, è possibile anche dopo i 55”. I costi vanno dai 3.500 ad un massimo di 5.000 euro, a seconda dei casi. La ripresa è veloce, il post operatorio semplice e il risultato è molto naturale. Ulteriore punto a favore è che “si può ripetere dopo 3 anni, rispetto a quello classico replicabile non prima di 10”. E se di solito il lifting classico equivale a indossare un cartello con su scritto“ mi sono rifatta”, i risultati del fechado, dovrebbero risultare meno evidenti.
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